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Nodo| storia, simbologia, utilizzo e tipologie di nodi

Il nodo

08/02/2022

 

" Il nodo è un intreccio di uno o più tratti cavi (corda, filo, nastro o altro elemento flessibile)
per ottenere legature da utilizzare per fini lavorativi o decorativi."

 

La frase sopra riportata è la definizione di nodo.
Potrà sembrare banale, ma anche un semplice nodo ha una propria storia.
L'uso dei nodi risale alla preistoria dove venivano utilizzati per gli scopi più svariati: costruire armi, abitazioni, pescare, vestirsi e tessere.

E non sono un'esclusiva umana! Ad esempio le scimmie sanno annodare le liane e alcune specie di uccelli realizzano i loro nidi intrecciando ed annodando fili d'erba.


Nell'arco della storia il nodo ha avuto anche significati sacri e religiosi.

In Egitto era simbolo di vita: il nodo di Iside rappresentava l'immortalità e l'amore divino.
Uno degli insegnamenti di Buddha è “disfare i nodi del cuore è il processo che porta alla liberazione, all'elevazione dell'essere”.
Il nodo senza fine, uno dei più antichi disegni usato nella simbologia Buddista in Cina e in Tibet, ma anche in zone geograficamente molto distanti da queste, rappresenta la devozione infinita.     /media/2_nodo_tibetano.png

 

 

 

 

 

Per il popolo Inca i nodi (quipu o khipu) rappresentavano un vero e proprio metodo di scrittura e contabilità utilizzato per creare calendari, censimenti e per trasmettere messaggi.


È soprattutto in ambito nautico, nella vela, che si è maggiormente sviluppata ed affinata l'arte dei nodi.

                                               

Già in epoche antiche i marinai trascorrevano il loro tempo libero durante i lunghi viaggi annodando cime e corde in disuso realizzando così decorazioni varie che poi venivano barattate o vendute nei porti. Tutto questo ha sicuramente contribuito a diffondere il macramè, tecnica probabilmente nata nei paesi del Nord Africa e giunta poi “via mare” in Europa (soprattutto Spagna).

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Grazie ai nodi si possono creare anche meravigliosi tappeti.

Non è mia intenzione approfondire questo argomento molto vasto e complesso, ma cercherò in questa occasione di dare alcune indicazioni sulle tecniche di annodatura principalmente usate.

A tal proposito vorrei citare il nodo asimmetrico (chiamato anche persiano o Senneh) e il nodo simmetrico (chiamato anche nodo turco o Ghiordes) che in realtà non sono dei veri nodi ma lacci di filato fissati alle catene di ordito in modo da creare il vello (pelo) del tappeto.

Per semplificare le cose bisogna chiarire che la forma più corretta per chiamare queste due varianti di nodo è: asimmetrico e simmetrico.
Le altre nomenclature non risultano corrette, perché il nodo asimmetrico non viene usato abitualmente a Senneh città di origine Curda sita in Iran, dove invece i tappeti venivano e vengono tuttora creati con il nodo simmetrico. Inoltre chiamare questo tipo di nodo persiano è assolutamente sbagliato perché usato abitualmente anche in altre aree geografiche. Lo stesso discorso vale anche per il nodo simmetrico, usato nel centro asia e non solo.

Nel nodo asimmetrico il filo di lana viene avvolto attorno a un’unica catena di ordito, quindi uno dei due capi viene lasciato aperto.
Mentre nel nodo simmetrico i due capi del filo che andrà a creare il vello del tappeto vengono agganciati ciascuno ad una delle due catene di ordito, fuoriuscendo di conseguenza tra le due catene.

Il nodo simmetrico risulta quindi più largo del nodo asimmetrico ed è più adatto alla creazione di disegni geometrici e di dimensioni ampie, mentre il nodo asimmetrico risulta perfetto per la creazione di disegni curvilinei e di piccole dimensioni.


Voglio citare anche il nodo tibetano usato principalmente in Nepal, Tibet e nell’India del nord da popolazioni di origine tibetana.
Frammenti di tappeti tessuti con questa tecnica sono stati ritrovati in alcuni siti archeologici centro-asiatici e mediterranei.     

Il filo di lana viene avvolto manualmente in modo continuo e senza interruzioni attorno ad un'asticella di metallo o di legno e solo quando una fila di nodi è completa si procede al taglio dei cappi chiusi.


Mi sembra giusto, infine, parlare in questo contesto anche del nodo spagnolo. Usato principalmente per creare i tappeti spagnoli del periodo classico, prevede che un filo di lana avvolga un’unica catena di ordito i cui capi sporgono da entrambe i lati.

M.Rossi

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